Sensibilità glutine correlata non celiaca e alimentazione vegana
La gluten sensitivity (GS) o sensibilità glutine correlata non celiaca è un disturbo in netto aumento tra la popolazione. E’ una patologia dovuta ad un’intolleranza al glutine, ma presenta caratteristiche diverse rispetto alla malattia celiaca: infatti non danneggia i villi intestinali e ha una sierologia negativa. E’ circa sei volte più frequente della celiachia e si manifesta dall’età adolescenziale all’età adulta, mentre è estremamente rara in età pediatrica.
Si può affermare che, se il numero di celiaci stimati in Italia è di circa 500.000, i pazienti con sensibilità glutine correlata sono almeno 3 milioni.
Quali sono i sintomi e come avviene la diagnosi?
Al momento la diagnosi può avvenire solo per esclusione, ma sappiamo che la patologia presenta una sintomatologia ben precisa che si manifesta in seguito all’assunzione di glutine. I sintomi avvertiti sono di tipo gastrointestinale (meteorismo, dolori addominali, diarrea o stipsi o alvo alternato) e non (sonnolenza, difficoltà di concentrazione dopo i pasti, annebbiamento mentale, cefalea, rash cutanei tipo eczema, depressione, anemia, stanchezza cronica etc..).
L’unica cura per l’intolleranza al glutine è eliminare totalmente ogni fonte di glutine dalla propria alimentazione, come nel caso della celiachia. In molti casi le persone colpite sono in grado di recuperare la tolleranza alimentare e tornare ad una alimentazione più libera, esattamente come avviene per le altre intolleranze alimentari.
I pazienti che soffrono di ipersensibilità al glutine mostrano sintomi molto simili a quelli prodotti dalla sindrome del colon irritabile. L’individuazione di questa nuova entità clinica può consentire finalmente un corretto inquadramento di quei pazienti i cui disturbi sono stati attribuiti a colon irritabile o a problematiche di tipo psicologico ed ansioso–depressivo e anche di quei soggetti che erano stati considerati a rischio di un possibile sviluppo futuro di celiachia.
Man mano che la ricerca scientifica fa progressi è quindi sempre più facile inquadrare il paziente e proporre di conseguenza la terapia più adatta.
Cosa fare se si ha il sospetto di essere sensibili al glutine?
Il primo passo è parlarne con il medico e il nutrizionista affinchè ci si accerti che effettivamente i disturbi siano dovuti al glutine e non ad altri alimenti.
E’ bene imparare poi che esistono tanti cereali diversi che non contengono questa proteina e che in commercio si trovano sempre più facilmente paste e cereali in chicco (alternativi alla pasta di grano duro) e il riso.
Molte persone infatti sono talmente abituate a mangiare solo frumento che non sanno che esistono tantissimi altri cereali anche più gustosi e salutari.
Una buona norma sarebbe quella di far variare il più possibile i cerali nell’arco delle settimane facendo ruotare il riso, il mais, la quinoa, l’amaranto, il grano saraceno, il miglio, sorgo, teff, fonio (tutti cereali senza glutine). L’avena può essere consumata, ma bisogna valutare la reazione del proprio organismo perché può essere contaminata da glutine. Cereali quali farro, segale, kamut, orzo contengono glutine e sono molto simili al frumento. Vanno quindi eliminati dalla dieta di chi soffre di gluten sensitivity.
Variare il più possibile i cereali sulle nostre tavole vuol dire cambiare alimento a tutti i pasti, quindi ad esempio cominciare la giornata con fiocchi di avena o quinoa per la prima colazione, mangiare un piatto di pasta di grano saraceno per pranzo e del miglio a cena.
Oltre ad eliminare il glutine dalla dieta come possiamo comportarci se soffriamo di sensibilità glutine correlata?
Sicuramente, in un percorso diagnostico complesso come questo, è bene farsi seguire dal medico e dal nutrizionista, due figure che possono valutare il quadro clinico e indicare la modalità di procedere più adatta alla persona.
Un primo suggerimento sempre utile è imparare a masticare correttamente. Non tutti sanno che la prima digestione avviene in bocca grazie alla presenza di enzimi nella saliva che digeriscono gli amidi. Le recenti ricerche scientifiche confermano che la capacità di digerire fino in fondo le diverse componenti di un alimento consente di prevenire molte delle reazioni dovute al cibo e in particolare alcuni studi hanno evidenziato questi effetti nei confronti del glutine. Quando la digestione non è completa, arrivano all’intestino tenue pezzi di alimenti che stimolano quindi la risposta immunologica, facilitando la comparsa di infiammazione intestinale.
Cerchiamo di capire cosa succede nello specifico.
Il tratto gastrointestinale è composto da cellule che sono strettamente connesse da giunture ben serrate. Il tratto digestivo si infiamma come risultato quindi di una cattiva digestione. Questa infiammazione compromette le giunture, permettendo a particelle di cibo indigerito, tossine e batteri di entrare nel circolo sanguigno. Una volta che queste particelle di cibo vengono assorbite, il sistema immunitario reagisce ed inizia ad attaccarle poiché le considera come sconosciute e quindi una minaccia. Questo crea un circolo vizioso che genera altra infiammazione e che a sua volta promuove ulteriore permeabilità intestinale.
La presenza di glutine e di disbiosi intestinale (alterazione della flora batterica intestinale) porta ad una disregolazione della zonulina, una proteina che regola la permeabilità dell’intestino, con conseguente aumento della permeabilità intestinale.
Può essere utile quindi eseguire il test sulle feci della zonulina per verificare se abbiamo un intestino permeabile o meno. In caso di test positivo ricordiamoci che si tratta di una situazione reversibile e sarà importante curare l’intestino con alcuni probiotici specifici e la dieta adatta al caso.
Da qui l’importanza di avere un intestino in buono stato. La salute intestinale passa sicuramente da una dieta sana, equilibrata e variata assieme alla giusta dose di attività fisica costante. Non dimentichiamoci anche che stati emotivi e stress incidono fortemente sullo stato del nostro intestino.
Perchè la dieta vegetale può essere una soluzione?
La dieta a base vegetale è la più indicata per prevenire questo tipo di disturbo perché mantiene l’intestino in salute, attivo e regolare. I nutrienti presenti negli alimenti vegetali assicurano l’integrità delle mucose e migliorano le capacità di assorbimento, impedendo il fenomeno della permeabilità.
In caso di sensibilità già conclamata è utile eliminare il glutine ma anche quegli alimenti acidi e infiammatori che possono creare ulteriore permeabilità intestinale.
Una dieta vegetale permette infine anche un corretto assorbimento dei minerali e vitamine presenti negli alimenti, compreso il calcio e il ferro, due minerali molto utili specialmente a noi donne.
Cosa posso cucinare se voglio mangiare senza glutine?
Prima di tutto bisogna dire che mangiare senza glutine non comporta particolari sacrifici, non significa mangiare cose meno gustose di quelle che si mangiano ogni giorno, anzi! Una volta che si prende dimestichezza con gli ingredienti si riescono a preparare dei piatti molto accattivanti!
Vediamo dunque qualche ricetta semplice e gustosa per iniziare con successo un periodo di alimentazione senza glutine e dire addio alla sensibilità glutine correlata!
Gnocchi alla romana senza glutine : un primo piatto a base di miglio che si prepara proprio come gli gnocchi alla romana tradizionali. Il miglio è un cereale versatile che, una volta cotto e raffreddato, può essere tagliato con formine, bicchieri e coppapasta per avere le forme più fantasiose.
Rotolo di frittata senza glutine: anche se si chiama frittata non contiene uova, ma solo farina di ceci! Oltre ad essere un piatto senza glutine è anche un ottima fonte di proteine vegetali! Accompagnato da qualche patata al forno diventa una perfetta portata principale anche durante un pranzo in compagnia.
Tortino di patate senza glutine: semplice e da preparare, il tortino di patate senza glutine si prepara stratificando le patate schiacciate con un ripieno a scelta. Ottimo con funghi e cipolle, può essere variato con verdure estive nella bella stagione.
Lasagne al pesto senza glutine: un primo piatto goloso e molto profumato! Si tratta di una lasagna di crespelle farcite di una morbida besciamella, zucchine saltate e alcuni generosi cucchiai di pesto. Completamente senza glutine, si può preparare in anticipo e…non avanza mai!
Cotolette di melanzane al forno senza glutine: possono essere preparate come antipasto o utilizzate come spuntino durante un pic nic. Sono buone calde, tiepide o fredde. Le cotolette di melanzane sono un sandwich di verdura croccante e non fritta che racchiude un morbido ripieno di formaggio vegetale!
Io e Serenella vi salutiamo e vi diamo appuntamento al prossimo articolo per stare bene con l’alimentazione vegana! Se volete rimanere in contatto con noi ci trovate agli indirizzi mail che trovate qui sotto e sulle rispettive pagine facebook!
Vi auguriamo una splendida giornata!
Serenella Cavinato Biologa nutrizionista – cavinato.nutrizionista@gmail.com
Serena Fontana Personal Chef – serena.fontana@email.it
Avvertenze
I consigli dietetici forniti sono puramente indicativi e non devono essere considerati sostitutivi delle indicazioni del medico e del nutrizionista, in quanto alcuni pazienti possono richiedere adattamenti della dieta sulla base della situazione clinica individuale